Lavoro, Sviluppo personale

Assessment aziendale – punti di forza e di debolezza

Per un assessment aziendale che ho terminato settimana scorsa (e che mi ha tenuto lontana da questo blog, mannaggia!) mi sono preparata cercando di analizzarmi sotto diversi punti di vista. Vi condivido le analisi che ritengo più utili da replicare su se stessi.

Punti di forza
• sono molto versatile e ho un approccio multidisciplinare alle attività da svolgere;
• sono molto analitica e tendo a suddividere naturalmente le attività da fare in task, cercando di standardizzarle per renderle più veloci da compiere;
imparo rapidamente e con grande interesse;
• sono una persona energetica e appassionata e tendo a coinvolgere molto gli altri e motivarli verso il proprio lavoro;
• ho facilità di rapporto con persone molto diverse, non ho timori reverenziali verso persone di un “certo livello”, con cui peraltro ho avuto modo di interagire numerose volte (avendo studiato Scienze internazionali e diplomatiche).

Punti di debolezza
penso più di quanto agisco e vorrei sempre avere tutte le informazioni prima di agire (argg!);
• tendo ancora a preferire il lavoro (ben) fatto al raggiungimento di obiettivi, che esulino o addirittura entrino in competizione con le attività più immediate che mi vengono affidate;
• non sono ancora abbastanza imperativa con i fornitori, tendo ad essere troppo accomodante;
• non mi prendo ancora tempo a sufficienza per delegare abbastanza lavoro agli altri.

Alla prossima analisi :-)! Poi vi racconterò anche cosa ho imparato facendo l’assessment vero e proprio,  stay tuned!
Giulia

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Assessment aziendale: le dimensioni del potenziale

Oggi ho scoperto un bello schema delle dimensioni del potenziale e relativi indicatori. Lo trovo molto interessante, perché permette a ognuno di analizzarsi rapidamente (comprendendo ciò in cui è più ferrato e in cosa deve focalizzarsi per migliorarsi) e da immediatamente un’idea di cosa ci si aspetta da persone “con potenziale”:

1. Determinazione
– energia
– gestione dell’incertezza
– iniziativa
– orientamento al risultato

2. Leadership
– assunzione di responsabilità
– proattività
– influenza
– negoziazione

3. Relazione
– ascolto
– comunicazione
– integrazione
– networking
– teamworking

4. Apertura mentale
– ampiezza di visione
– creatività
– flessibilità

Buona autoanalisi :-)!
Giulia

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Perché fare il capo? le motivazioni

Cosa mi motiva a voler diventare un capo? Credo sia molto importante avere chiaro in mente – e nel cuore – cosa ci spinge a lavorare sodo tutti i giorni per migliorare il proprio lavoro e anche la propria condizione lavorativa.

Dopo diversi giorni di riflessione e diversi tentativi di risposta in preparazione di un assessment aziendale, ecco quello a cui sono giunta:

• voglio avere una visione d’insieme dei progetti che seguo, non più limitata all’ambito operativo;
• voglio avere voce in capitolo e decidere in merito ai progetti che seguo;
• voglio poter contare sul contributo lavorativo di altre persone, che lavorano bene e al massimo delle loro capacità, perché – si intende – le faccio lavorare bene io.

Queste sono gli aspetti concreti che mi spingono a voler diventare capo e si riassumono, in termini più alti e “ideali”, nel desiderio di avere maggiore impatto sulla realtà che mi circonda, riuscire a raggiungere obiettivi più alti, e quindi occuparmi di cose che hanno maggiore impatto. E questo, ça va sans dire,  richiede non solo tempo ed energie che non possono essere monopolizzate da dettagli operativi, ma anche la possibilità di disporre di competenze frastagliate che difficilmente possono essere possedute da una sola persona.

E una cosa che mi motiva anche molto è quella di far lavorare bene le persone, farle appassionare al loro lavoro, e diventare un punto di riferimento per le persone che lavorano con me, non solo da un punto di vista professionale ma anche umano.

Ora resta da capire come raggiungere questi obiettivi e capacità…

Alla prossima :-),
Giulia